La controreplica della maestra Leonetti

Si riporta integralmente la replica della maestra Leonetti alla lettera del sindaco del 18 ottobre: 

Ai Cittadini di Carfizzi e al Sindaco

Mi vedo costretta a replicare alla lettera pubblicata dal sindaco sul sito www.celeste.it il 18 ottobre scorso (non affissa pubblicamente in paese), che nulla ha a che fare con quanto da me esposto, con assoluto rispetto dei fatti e delle persone, nella lettera aperta dell’otto ottobre scorso.
Ho scritto come cittadina di Carfizzi e vengo attaccata come maestra e come consigliere di opposizione.
Mi chiedo quindi chi politicizza, se io o il sindaco, una vicenda che non riguarda e non dovrebbe riguardare i rapporti politici tra maggioranza ed opposizione. Il sindaco si è ben guardato dal far riferimento ai fatti, pur dicendo di voler “smentire un mucchio di falsità”. Tutto quello che pubblicamente ho raccontato non è stato smentito. Il sindaco si è lanciato in una serie di accuse e illazioni, per finire con minacce che io chiedo vengano rese esplicite e pubbliche, così che ognuno possa assumere le proprie responsabilità.
Io mi rifiuto di far parte del clima che in questo periodo avvolge Carfizzi, in cui le cose sono dette e non dette, così da intaccare l’onorabilità e la professionalità delle persone, senza avere il coraggio di parlare a viso aperto, nascondendosi dietro il coinvolgimento delle cosiddette autorità, di qualsiasi tipo, che continuamente il sindaco invoca e dietro cui si nasconde.
La sottoscritta non si nasconde dietro a niente e a nessuno, tanto meno dietro ai bambini che, se mai, cerca in tutti i modi di rendere protagonisti della vita di questo paese.
Non ho bisogno di visibilità: è una dote che possiedo naturalmente e che con molta probabilità è il motivo per cui spesso sono il bersaglio favorito di chi cerca invano di mettersi al centro dell’universo.
Anche in questa occasione è stata volutamente spostata l’attenzione su di me quando invece protagonisti erano solo i bambini, come ben sanno i genitori che li dovevano accompagnare in piazza.
Cosa ci sia di eccessivo nel voler partecipare ad una festa di piazza del proprio paese, che accoglie lo scrittore Carmine Abate, vincitore del Campiello, circondandolo dell’affetto dei bambini vestiti con le cohe arbëreshe, che offrono i loro semplici fiori di carta ballando il ballo tondo, qualcuno me lo dovrebbe spiegare. Perché per evitare questo si siano mobilitate tutte le dirigenze scolastiche resta un mistero ancora da chiarire. Che poi debba essere il sindaco a dire come e con chi un insegnante debba svolgere le sue attività, mi sembra proprio una riedizione di un mediocre e piccolo Minculpop in versione paesana.
Il sindaco, come sempre, si tiene lontano dai fatti perché questi risultano troppo facilmente smentibili. Infatti, riguardo quanto da lui sostenuto circa il mio rifiuto alla proposta dello scrittore Carmine Abate di organizzare un incontro alla scuola di Carfizzi, mi chiedo come possa essere credibile che un insegnante faccia perdere agli alunni un’occasione unica ed irripetibile come quella di incontrare lo scrittore del proprio paese, vincitore del Premio Campiello.
La falsità assoluta di quanto affermato dal sindaco è nei fatti.
E’ vero, lo scrittore Carmine Abate nella conversazione telefonica del 3 ottobre scorso, mi manifestava l’intenzione di visitare la scuola nella mattinata del giorno successivo. Io rispondevo che quella mattina non sarei stata a scuola ma che ci sarebbero state le colleghe ad accoglierlo. Lo scrittore replicava che preferiva rimandare ad altra data, quando sarebbe ritornato a Carfizzi nei mesi di novembre e dicembre. Cosa che mi ha confermato nell’ultimo contatto telefonico avuto in questi giorni.
Questa è la pura e semplice verità dei fatti.
Per quello che mi riguarda Scuola e Cultura sono un binomio inscindibile, il Sindaco ha ampiamente dimostrato che per lui non è così.
Se un evento culturale diventa un’occasione per una parata di “autorità civili e militari” e “non altro”, come sostiene il sindaco, è evidente che non c’è alcuna possibilità di intesa tra due modi diametralmente opposti di concepire la Cultura.
L’invito recapitato a scuola, ribadisco solo in data 1 ottobre 2012, è un semplice invito a partecipare. Non mi è ancora capitato di vedere inviti a manifestazioni che impediscano l’uso della parola, come insistentemente ha ribadito il sindaco. Anche questo fa parte del clima che si respira a Carfizzi, la parola è bandita, sono scomparsi i luoghi e le occasioni in cui le persone avevano modo di confrontarsi e discutere liberamente.
Il sindaco si crede al centro di ogni pensiero o fatto che accade e, con una incredibile arroganza, si attribuisce la competenza di decidere quale iniziativa approvare e quale stigmatizzare, addirittura in cose che riguardano la scuola. Parla di non autorizzazione da parte della Dirigenza scolastica senza sapere di cosa parla. A parte il fatto che l’attività si sarebbe svolta fuori dall’orario scolastico, come ho già precisato nella mia precedente lettera, è sorprendente la visione che il sindaco ha della scuola, praticamente un luogo in cui si incrociano i dictat assoluti e i veti sia da parte di dirigenti che addirittura dello stesso sindaco.
La libertà di insegnamento nell’Italia democratica è un principio sacrosanto e il fatto che il sindaco non lo conosca si commenta da sé. Che poi un tale sindaco si permetta di parlare o di spiegare a me come ci si comporta con i bambini è semplicemente patetico.
Il resto della lettera, in cui mi si accusa di fare “propaganda politica spicciola” e mi si minaccia di parlare con la “dirigenza scolastica provinciale e regionale” del mio operato a scuola, è di una tale bassezza da risultare ripugnante ed è degno solo di chi non ha alcun pudore a mettere la firma su minacce e calunnie senza fondamento.
Sono costernata dal linguaggio e dai toni usati dal sindaco perché dimostrano quanto ormai i rapporti umani in questo paese si siano deteriorati, anche tra persone che vivono qui da sempre.
Chi legge la replica del sindaco capirà le ragioni che mi tengono lontana dal consiglio comunale, dove ogni intervento delle consigliere di minoranza è accolto con atteggiamenti aggressivi, accompagnati da risate di scherno, ostentata indifferenza e disinteresse, davanti a pochissimi cittadini che assistono.
Se si avessero dubbi su quello che ho prima affermato, basta fare una semplice riflessione: se il sindaco non ha alcuna remora a mettere per iscritto parole così pesanti e offensive come quelle pubblicate, si può ben immaginare cosa sia capace di dire in un confronto verbale.
Al di là della strumentalizzazione che di questa vicenda il sindaco sta facendo, la cosa più grave è che, per colpire me, si sia coinvolta la scuola, che deve rimanere un luogo rispettato e protetto da qualsiasi scontro personale e, cosa ancor più grave, il non aver potuto spiegare ai bambini il motivo della loro mancata partecipazione attiva alla festa in onore di Carmine Abate.
Mi chiedo se si ha paura dei bambini perché solo loro ormai riescono a vedere quando il re è nudo.

Carfizzi, 23 ottobre 2012

Mariannina Leonetti

Commenti

Non vuole essere una risposta al Sindaco di Carfizzi in merito all' attiva corrispondenza con l' insegnante Leonetti Marianna , ma una semplice e breve riflessione di un' altra docente che opera nella scuola Primaria di Carfizzi, anche se per poche ore settimanali.
Scrivo come insegnante , in quanto è il mio lavoro, e come libera cittadina  sia nel pensiero  che nel modo di agire; non appartengo nè a clan politici nè a clan familiari.
Vorrei spiegare il mio punto di vista  in merito alla fatidica giornata del 4 Ottobre e delle motivazioni che mi hanno spinta a non parteciparvi.
Accingendomi , quel pomeriggio, a raggiungere il luogo dell' evento  ho incontrato  un gruppo di ragazzi  di Carfizzi , frequentano le scuole superiori , che passeggiavano con i loro coetanei sannicolesi per le vie di San Nicola. Sono ritornata a casa , preferendo terminare la lettura del libro " La collina del vento" e rendere  così , individualmente e in solitudine, omaggio allo scrittore Abate.
Pensavo di trovare la piazza di Carfizzi , per un pomeriggio, gremita di ragazzi di tutte le età e provenienti  da tutte le scuole  della provincia.
Un evento culturale di tale spessore, e raro per questi posti, non può  non richiedere con forza  la partecipazione  attiva  dei luoghi  dove la cultura alberga e dei suoi residenti, non parlo solo degli insegnanti,  ma soprattutto  degli alunni  e di ogni età; sono loro il futuro!(E' una frase che ormai si sente ripetere ogni dove, è solo retorica?)
 E' la prima volta, da quando insegno, che una carica pubblica  ( Sindaco ) richiede  l' azione  di altra carica pubblica ( Ufficio Scolastico Regionale) per telefonare ad altra carica pubblica (Dirigente Scolastico) per sottolineare  che la scuola  può partecipare all' evento , ma solo come spettatrice.
E' ormai da  più di 60 anni che  l' azione  pedagogica  più diffusa  nelle scuole  è rendere partecipi  attivamente gli alunni  del loro apprendimento , delle loro esperienze, del loro pensiero  e della loro memoria, intesa come storia personale. Non vedo reato  se alcune insegnanti,  con gli alunni della propria classe  e con la partecipazione dei genitori , hanno voluto , in breve tempo, preparare un piccolo omaggio  allo scrittore Abate.
A scuola si possono decidere  attività comuni  e attività rivolte alla classe dove si opera, vi è libertà di insegnamento .
Da ricordare che il tutto  si sarebbe svolto  fuori dall' orario scolastico e dall' orario di servizio per le insegnanti, quindi ,perchè richiedere l' intervento dellUfficio Scolastico Provinciale?
Da questa azione deduco che si vuole ricordare , a delle semplici insegnanti , che sopra le loro teste c' è una piramide di figure di potere  che il Sindaco di Carfizzi conosce molto bene. Io, come insegnante, dovrei sentirmi intimidita e avere paura?
Avrei voluto vedere una piazza  gremita di ragazzi di ogni età  oltre le figure  autorevoli presenti ( ho letto l' elenco su un articolo di un quotidiano), perchè , ricordo , viviamo in Calabria, ma la Calabria  è una regione italiana e in Italia  le autorità  vengono rispettate ma non ossequiate.
 
Ferraro Giuseppina

Salve,

mi sfugge qualcosa nel commento di Giuseppina Ferraro, credo di capire che lei, avendo visto degli studenti di Carfizzi che passeggiavano per le vie di San Nicola dell’Alto, avesse intuito che la festa per Carmine Abate avrebbe avuto un senso poco culturale e che, quindi, non sarebbe stato opportuno parteciparvi. Se così non fosse, mi scuso da subito. Ma se è così, mi sembra un po’ troppo affrettata come deduzione. Come se l’assenza di alcuni studenti alla festa, perché di festa si trattava, avesse minimizzato l’eventuale importanza culturale della stessa. Che poi i fatti le abbiano dato ragione, è un altro discorso. L’invito era rivolto a tutti, cittadini e non, se la piazza non era gremita di giovani è perché hanno preferito non parteciparvi a prescindere, e non perché non avessero visto valenze culturali nella festa.
Inoltre non sarei d’accordo sull’alto spessore culturale che avrebbe dovuto avere l’evento.
Era una festa in onore di un cittadino di Carfizzi, di derivazione culturale. Sarebbe come chiamare evento sportivo una festa in onore di un vincitore di una medaglia olimpica.
L’evento culturale, a questo proposito, era avvenuto in estate, in occasione della presentazione del libro, come avviene puntualmente a Carfizzi, e come Carmine fa visitando scuole e altre sedi culturali in giro per l’Italia e anche all’estero.
Il sindaco, secondo me, ha ritenuto opportuno invitare le autorità e le rappresentanze istituzionali di cui si parla, non per ossequiarle, ma per ossequiare Carmine e, soprattutto, perché l’evento avesse una più alta risonanza mediatica. Non trovo niente di sbagliato in questo. Più si parla di un piccolo paese, come il nostro, meglio è. Se poi l’evento è unico, positivo e irripetibile meglio sfruttarlo a proprio favore (del paese intendo). Il sindaco, in questi casi, deve operare delle scelte che possano giovare alla cittadinanza intera, non per niente nel manifesto si legge che vince il paese.
Il sindaco ha invitato la scuola, seppur pochi giorni prima, affinché una sua rappresentanza potesse essere presente all’evento. L’iniziativa lodevole della maestra, è risultata personale, e al di fuori dell’ambito scolastico, come lei stesso dice (anche se la preparazione degli alunni è avvenuta in orario scolastico, credo), infatti gli alunni sarebbero stati accompagnati dai genitori. Quindi non ritengo sia opportuno accusare il sindaco di attacco alla scuola, alle donne e ai bambini. Non credo che volesse fare un torto alla maestra Leonetti ne tantomeno ai suoi alunni e rispettivi genitori, non inserendo in scaletta l’omaggio opportunamente preparato per Carmine.
Quindi, in definitiva, non è neanche il caso di parlare di scuola, alunni e maestre che hanno subìto un torto. Diciamo che il sindaco, informato il giorno prima, non ha potuto o voluto inserire un gruppo di bambini che avevano preparato un omaggio per Carmine Abate. Il sindaco ha giustificato tale decisione e non leggo, neanche tra le righe, nonostante i precedenti, nel contesto, risentimenti contro la maestra Leonetti, a parte i richiami a vicende precedenti e alle promesse finali, secondo me inopportune.
Secondo il mio parere, sarebbe opinabile, il senso della festa, risultata forse troppo sobria e protocollare. Personalmente avrei preparato una festa più goliardica, di partecipazione collettiva con tanto di corteo con Carmine in testa, con canti e balli in suo onore. Ma sarebbe stata un’altra storia con una risonanza mediatica limitata. Quindi, come in tutte le scelte da operare, ci sono i pro e i contro.
E’ su questo aspetto che avrei personalmente apprezzato, per quello che vale il mio apprezzamento, l’intervento della maestra Leonetti. Un intervento critico ma costruttivo, che la cittadinanza avrebbe maggiormante gradito, e che cercasse di evitare di alimentare ulteriori diatribe, di cui la gente, temo, cominci ad essere insofferente.
Ho scritto questo commento tentando di essere il più neutrale possibile, apprezzo tutte le persone coinvolte, gradirei, come tutti i cittadini, che in un paese piccolo come il nostro, regnasse la pace e la civile convivenza.
Se qualcuno si sente leso, me ne scuso! Non era voluto. Un saluto.

Celeste Basta

 La mia risposta non vuol  dar alimento a ulteriori polemiche, si può discutere senza condividere.
L’ evento culturale estivo , a mio parere,  si svolge in un clima piuttosto vacanziero, la scelta di parteciparvi o meno è puramente connessa  alla volontà individuale, le scuole sono chiuse. Ho insegnato in diverse parti d’Italia, nord ,centro ed ora sud, e pur  non volendo far differenze tra scuole, luoghi e possibilità, sempre nel rispetto di ciò che di bello e buono e diverso  ogni parte d’ Italia possiede, non possiamo dire che questo territorio offra molto  per i suoi abitanti  . Quale visibilità avrebbe avuto Carfizzi  se per un pomeriggio o un giorno avesse accolto le scuole e i ragazzi dei paesi limitrofi  o della provincia? Per festeggiare e per parlare e per ascoltare storie e per conoscersi  e per ballare o tanto altro anche da inventare. Un po’ di vita e un po’ di cambiamento  tra questi luoghi arcaici e belli ma soffocati da pensieri  vecchi e da un agire triste che solo allontana.

Ciao Pina,

condivido quanto scrivi. Sarebbe stato un altro tipo di evento che, personalmente, avrei apprezzato di più.

Saluti

Celeste

 

Caro Celeste, 

scusami se ti importuno ancora una volta.

Conosco i tuoi legami di amicizia e quindi comprendo il tuo essere di parte, però per piacere non parlare di parere disinteressato, perché nessuno è disposto a farsi prendere in giro.

Capisco anche che qualcuno voglia mettere fine a questa diatriba, però non mi sembra giusto che questa venga attribuita a me.

Se leggi bene le lettere, puoi vedere che io non avevo tirato in ballo nessuno. Avevo espresso semplicemente il mio parere su una vicenda che, secondo me, era degna di essere portata all’attenzione dei Carfizzoti.

Se esprimere un’opinione provoca tutto questo che sta avvenendo (leggi bene la replica del sindaco) ed anche il tuo intervento che praticamente vuole mettere fine ad eventuali ulteriori commenti, capisci che questo non sta avvenendo tra persone civili e rispettose delle opinioni altrui.

Il fatto che tu non riesca a leggere “neanche tra le righe, nonostante i precedenti (quali precedenti?), nel contesto, risentimenti da parte del sindaco” contro la sottoscritta, mi sembra una visione estremamente riduttiva e parziale dei fatti.

Se poi riesci addirittura ad interpretare i numerosissimi contatti che il tuo sito sta avendo in questi giorni, come un disinteresse dei cittadini che, secondo te, ne stanno avendo abbastanza, credo che non ci sia nient’altro da aggiungere.

Che visione idilliaca hai del nostro piccolo paese, dove dovrebbe regnare la pace. Magari spesso ci regna quella eterna, ma in quanto a civile convivenza dovresti  averne un’idea anche tu.

Ti saluto e ti ringrazio per l’ospitalità, Marianna.

 

Carfizzi, 24 ottobre 2012.

 

Ciao Marianna,

ti chiedo scusa se ti sono sembrato di parte ma, in tutta onestà, non mi sento di criticare l’operato del sindaco in questa vicenda. Certo non sono obbligato a commentare, ma spinto dal commento di Pina Ferraro, e visto i pochissimi iscritti ai commenti, mi sono sentito di farlo, anche perché sembrava che l’amministrazione volesse evitare la scuola e la cultura in generale, cosa che a Carfizzi non è mai avvenuta, con nessuna amministrazione. Certamente si può, come sempre, fare meglio e di più.

E’ vero che, con la tua lettera, esprimi una libera opinione come libera cittadina, ma non mi sembra vero che non tiri in ballo nessuno, parli di fatti gravi che avevano un responsabile, non potevi escludere che il sindaco potesse liberamente esprimere la sua di opinione, io ero convinto che lo facesse.

Che ci fosse dell’attrito tra di voi è innegabile (per questo parlo di precedenti, vostri, non tuoi), ma nel contesto della vicenda non vedo pregiudizi da parte sua, secondo me avrebbe agito così con qualsiasi altra maestra. E’ questo che volevo dire, come ho scritto che erano inopportune le altre considerazioni nei tuoi confronti con richiami a vicende precedenti e coinvolgimento dei tuoi superiori. Non mancano altre mie critiche sul tipo di festa che avrei preferito si facesse.

E’ mio amico, è vero! Ma chi non lo è? In qualche modo. Non ricordo di avere mai avuto contrasti con te, sei una persona che ho sempre salutato con simpatia e di cui ho stima. Non capisco che interessi potrei avere dandogli ragione e, credimi, non mi permetterei mai di prendere in giro nessuno. Se avessi dovuto difendere i suoi interessi, non avrei mai accettato di pubblicare le tue lettere, cosa che ho fatto volentieri, per amore di tutta la verità e di cui non c’era bisogno neanche di ringraziamenti, che apprezzo.

Per quanto riguarda l’opinione dei cittadini di Carfizzi (a quelli mi riferivo, perché i contatti, che hanno anche altre origini, come la citazione del sito nel libro di Carmine a proposito della rondine albina, avvengono per la maggior parte dai non residenti) su queste vicende, probabilmente mi sbagliavo e lo spero, era solo una semplice supposizione, che coinvolgeva entrambi.

Spero di essere stato chiaro e di non aver peggiorato le cose. Non è semplice esprimere dei commenti che non piacciono a qualcuno, si corre il rischio di sembrare contro quella persona, è il grande difetto dello scritto o di chi non è abbastanza bravo a scrivere.

Mi dispiace, comunque, ma ti prego di credere alla mia buona fede.

Ti saluto e ti abbraccio amichevolmente smiley (ecco perché hanno inventato queste faccine, per rimediare al difetto (nei toni) dello scritto)

Celeste

Cari tutti,
pensavo di riuscire a trattenermi dall’esprimere un parere, rispetto a tutto ciò che leggo e che, francamente, appare ai miei occhi, alquanto surreale….
Che ci sarebbe di tanto strano, se una maestra che, agendo in modo corretto ed educato e mostrando estremo rispetto, sia per i suoi alunni, sia per i relativi genitori, abbia voluto chiarire, quale fosse, a suo giudizio e con fatti non facilmente confutabili, la motivazione del mancato intervento  (preparato con estrema cura, se pur con pochissimo tempo a disposizione) alla “festa” per il Premio Campiello Carmine Abate?
Nulla credo.
Del resto, perché invitare la scuola tutta , insegnanti, bambini e dirigenti, senza prevedere che, come sempre accade quando si invita una scuola ad una qualsivoglia iniziativa, la stessa, lavora per favorirne  e migliorarne la riuscita e non certo per danneggiarla?
E’ stupefacente che si affermi  che l’invito alla scuola sia stato fatto tal quale a quello per tutti i cittadini, dove veniva specificato che non era richiesto alcun intervento. E ci mancherebbe che ad ogni cittadino fosse stato richiesto un intervento… Il risultato sarebbe apparso, decisamente grottesco no?
Tuttavia,  non si può fingere di non aver letto, e non tra le righe, ma attraverso chiari riferimenti, un palese attacco personale nei confronti di Marianna, sia nella sua veste di insegnante, sia nel suo ruolo di consigliere dell’opposizione.
Quale dei due attacchi sia il più grave e davvero difficile deciderlo.
Personalmente, come insegnante, mi sentirei toccata nel profondo delle mio agire quotidiano teso a garantire la crescita culturale e personale dei mie alunni e quindi del futuro del paese.
Come politico, invece, mi sentirei stimolata nell’evidenziare la caduta di stile di coloro che strumentalizzano un accadimento ai fini di un attacco politico, del quale, per ora, paga, solamente e personalmente Marianna, ma che è rivolto all’opposizione tutta….Se non fosse che i tempi non sono ancora quelli giusti, direi che sembra aver avuto inizio la campagna elettorale sic!
Trovo scorretto, inoltre, che ci si scagli così violentemente contro un'unica persona che, in questo momento, ha tutta la mia solidarietà e mi farebbe specie, che altri, non sentissero il bisogno di dire e fare altrettanto.
Aggiungo un’ultima  riflessione, stimolata da una frase letta tra i commenti: L’evento in onore di Carmine Abate, non ad un “cittadino di Carfizzi”, ma ad un carfizzoto che ha vinto uno dei premi letterari più prestigiosi della nazione: il Campiello, non può essere un semplice omaggio. Dovrebbe essere, piuttosto, un riconoscimento, certamente alla persona, ma anche alla Cultura in senso generale e l’augurio che  mi sento di fare a tutti gli abitanti di Carfizzi , comprendendo anche me stessa, è che ciò, possa fungere da volano per una ripresa a tutto tondo.
 
Un saluto affettuoso
Giovanna Bastone

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