Il presidente dell’Albania Meta, una storica visita agli arbëreshe crotonesi

da "il CROTONESE" del 22 aprile 2022

Cultura patrimonio Unesco

Zomra jone arbëresche. Il nostro cuore è albanese. Con queste parole, scritte su un cartello tenuto in mano dai bambini della scuola elementare di San Nicola dell’Alto è stato accolto nel piccolo comune arbëresche del crotonese il presidente della Repubblica di Albania, Ilir Meta. Parole che ribadiscono il legame che le popolazioni del triangolo albanofono crotonese (San Nicola dell’Alto, Carfizzi e Pallagorio) hanno con la terra madre di Albania da dove, nella seconda metà del 1400 approdarono i profughi in fuga dall’invasione ottomana. Da allora la cultura e la lingua arbëresche sono rimaste intatte tramandandosi per secoli. Una cultura e una lingua arbereshe che il presidente Ilir Meta vorrebbe diventasse patrimonio dell’Unesco. Lo ha ripetuto anche a San Nicola, Carfizzi e Pallagorio il capo dello Stato albanese accolto con il calore e la semplicità tipica delle popolazioni arbëreshe. Una semplicità che ha fatto sentire a casa il presidente della Repubblica di Albania che oltre alle cerimonie istituzionali si è intrattenuto con i cittadini, dai più piccoli agli anziani.

In una splendida giornata di sole che ha esaltato il territorio albanofono della provincia di Crotone, il presidente Meta è stato letteralmente conquistato dall’accoglienza ricevuta. Anche perché era la prima volta che un presidente dell’Albania arrivava in visita nel comprensorio arbëreshe crotonese. “Chiedo scusa se non abbiamo rispettato il protocollo - ha detto il sindaco di San Nicola dell’Alto Francesco Scarpelli - ma abbiamo mostrato il cuore di questo pezzo di Albania in Italia”.

Il presidente Meta non si è tirato indietro, ha scattato selfie con i bambini della scuola di San Nicola dell’Alto che intonavano un canto della tradizione arbëresche, è rimasto estasiato del panorama offerto dal monte San Michele dove ha visitato il santuario dedicato al santo insieme a don Franco Scalise e don Peppe Marra in rappresentanza del vescovo. Soprattutto si è detto felice di aver “visto il vostro orgoglio arbëresche”.

Un orgoglio di ‘piccole minoranze’ che il presidente Meta vuole difendere, tutelare e tramandare anche alla luce delle difficoltà a mantenere vive le tradizioni arbëreshe considerato lo spopolamento dei comuni. A Carfizzi e San Nicola dell’Alto (circa 500 abitanti il primo, poco più di 700 il secondo) esistono sono due classi di scuola elementari dove solo grazie agli insegnanti si riesce a portare avanti la lingua arbëreshe. Da qui nasce la proposta di Meta: “Sono qui per trasmettere il messaggio che il patrimonio arbëreshe è importante per il suo passato ma anche per il futuro. È importante per noi in Albania, ma anche per l’Europa. Il ruolo degli arbëreshe è stato straordinario per rinascimento albanese che ha portato all’indipendenza. Tante personalità arbëreshe sono importanti per la nostra storia. La globalizzazione, però, comporta minacce per le nostre comunità. L’esodo dei giovani mette a rischio questa cultura, le sue tradizioni. Dobbiamo agire subito per rafforzare la cooperazione tra Albania e Italia per tutelare un patrimonio comune e registrare la lingua e la cultura arbëreshe come patrimonio mondiale Unesco”.

Secondo il presidente dell’Albania “bisogna tutelare la lingua arbëreshe sfruttando anche normativa italiana sulle minoranze, bisogna consolidare la cooperazione con le autorità nazionali e locali dove ci sono comunità arbereshe in modo che le visite delle autorità albanese non siamo storiche ma continue. Fare in modo che gruppi culturali e scuole albanesi vengano qui e, viceversa, permettere a queste comunità di venire in Albania così che i vostri figli possano, ad esempio, guardare il castello di Skanderbeg con loro occhi”.

Il presidente Meta ha ribadito il sostegno dell’Albania alla tutela della cultura arbëreshe: “Con la pandemia abbiamo dovuto fermare i nostri progetti. Due anni fa è stato creato l’Istituto di studi sulla cultura arbëreshe e i nostri interventi saranno maggiori anche alla luce delle intese istituzionali con il presidente Mattarella che è molto sensibile a sostenere questo patrimonio”.

Giuseppe Pipita

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