Briganti

"Soldati del re napoletano, sudditi legittimisti, cafoni impoveriti e veri briganti finirono insieme e questo li rese, per l'invasore e i suoi libri di storia, tutti briganti. E tale fu considerato chiunque fosse sospettato di simpatia, conoscenza, consanguineità (brigante lui? Brigante il padre, brigantessa la madre, brigante il figlio della sorella, brigantessa pure quella...)."..."E sulla qualità dei briganti, il marchese di Villamarina avvertiva Cavour che «le masse» erano guidate da «ufficiali e sottufficiali» borbonici. (Da duecento ex militari napoletani era composta la "Squadra Ciccone", che rimase imprendibile per otto anni; nel 1868, un'imponente formazione piemontese la circondò e sterminò). Il Sergente Romano fu a un passo dal divenire un Garibaldi alla rovescia: era accolto da liberatore nelle cittadine che conquistava, sconfiggendo guardie nazionali, carabinieri e soldati piemontesi; riuscì a inquadrare militarmente, al suo comando, le principali formazioni irregolari che battevano la Puglia, e condusse operazioni con quelle di altre regioni; ai suoi ordini (a proposito di briganti) c'erano Michele Clericuzio, per anni istruttore nei reggimenti borbonici, e tanti altri provenienti dalle disciolte armi napoletane: soldati di linea, cacciatori, granatieri, gendarmi reali, dragoni, lancieri. All'inizio, Romano arruolò solo ex commilitoni, ma sapeva di non poter scegliere i suoi uomini; l'impresa che tentò, e quasi gli riuscì, fu di trasformare il brigantaggio in vera guerra civile e legittimista."..."Da partigiano, fu imprendibile, coraggioso; e spietato, se occorreva. Nel 1862, nel Brindisino, due squadriglie di guardia nazionale di Cellino San Marco e San Pietro Ver-notico e un plotone di carabinieri intercettarono i "briganti" e andarono all'assalto. Salvo fuggire, appena videro che si trattava del Sergente Romano. Una dozzina furono presi e "processati" dall'ex ufficiale borbonico, che aveva una efficientissima rete di informatori («Giuseppe Mauro, tu avevi quattro carlini al giorno come spia, sotto Francesco, e ora ne hai tre sotto Vittorio Emanuele.» Fucilato). Un milite, Vitantonio Donadeo, invocò la Madonna del Carmine e l'arma che doveva finirlo s'inceppò. «Alzati, che tu sei salvo» lo graziò Romano, anche lui devoto della Vergine del Carmine, per la quale scriveva preghiere."..."Carlo Gastaldi, disertò l'esercito piemontese per unirsi a Sergio Romano (non fu il solo "soldato blu" a passare con gli "apache") e ne divenne miglior amico e segretario-luogotenente."..."Ogni residuo bosco, al Sud, è «il Bosco dei briganti»; ogni grotta è «la Grotta dei briganti» e ogni anfratto inesplorato o mozzicone di masseria, abbazia, castello in rovina cela il luogo, mai scoperto, del «Tesoro dei briganti» (anche se qualche improvviso benessere è stato spesso spiegato con il contrario)."..."Ricordo quando, ai miei colleghi del ministero, mostravo i documenti che avevo recuperato: il loro stupore, l'incredulità, la rabbia, la vergogna ("Hanno fucilato i bambini!" "Hanno stuprato le donne!" "Hanno distrutto il paese!" "Hanno chiuso le fabbriche!"). È lo stesso sguardo confuso che vedo negli occhi degli studenti, quando mi invitano a parlare delle mie ricerche nelle scuole. Per questo voglio che sia tutto documentato, che nessuno possa nutrire dubbi: le cose sono tanto diverse da come ce le hanno raccontate, che non puoi chiedere a chi ti ascolta di crederti e basta. Di tutto, anche dei più minuti dettagli devi fornire le prove. E non sempre è sufficiente: a volte, pur di fronte a documenti inoppugnabili, ottieni il silenzio, lo scetticismo. Quando non la chiusura, il rifiuto.»"..."La storia del mio paese (l'Italia) e quella del mio paesello (Gioia del Colle) avrei potuto conoscerla da subito. Ma siamo stati educati a vergognarcene e a nasconderla. Gli sconfitti, in questo, spesso assecondano i vincitori: i primi per cancellare la sconfitta; i secondi, un crimine. Ma, per quanto profondo sia il mare del tempo in cui li fai affondare, i cadaveri, prima o poi, tornano a galla." (da "Terroni" di Pino Aprile - PIEMME edizioni)

 
 

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